21.3.08

Gli studenti incontrano lo scienziato Edoardo Boncinelli

Il giorno 28 marzo p.v. alle ore 9.30 presso il Grand Hotel Adriatico a Montesilvano, Edoardo Boncinelli, scienziato di fama internazionale, incontrerà genitori e studenti di sei scuole superiori della provincia di Pescara.

Edoardo Boncinelli, fisico di formazione, ha iniziato la carriera di ricercatore all'Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica (IIGB) del CNR di Napoli. Dal 1992 è direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare dello Sviluppo presso il dipartimento di ricerca Biologica e Tecnologica dell'Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele di Milano. Dal 2000 è professore di Biologia presso la facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute di Milano. Ha concluso da poco il mandato di direttore della Sissa, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Membro dell’ Accademia Europea e dell’Organizzazione Europea per la Biologia Molecolare è stato presidente della Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare. Fa parte del Comitato editoriale di molte riviste scientifiche internazionali.

La sua capacità di trasmettere scienza ed entusiasmo è testimoniata dal successo ottenuto dai suoi numerosi libri di divulgazione scientifica che spaziano dalla genetica alla teoria della evoluzione biologica fino alle neuroscienze, non mettendo mai in secondo piano temi importanti quali l’identità dell’uomo, la sua natura spirituale e il ruolo della scienza nella società.

L’incontro con l’Autore fa parte del “Progetto lettura” proposto da Di Renzo Editore ed avviene in seguito alla lettura, da parte dei ragazzi, del volume“A caccia di geni” di E. Boncinelli. La lettura del volume, abbinata alla possibilità di incontrare l'autore e confrontarsi su temi anche di una certa complessità, rappresenta un'occasione di arricchimento culturale apprezzato da tutti, alunni, insegnanti, dirigenti ed anche genitori, ma, soprattutto, rappresenta la possibilità di instaurare contatti e relazioni che proiettano verso nuove realtà culturali e lavorative. E’ dunque, un'esperienza gratificante per tutti e per qualcuno addirittura determinante per le proprie scelte di vita.

L’evento fa parte del progetto “Insieme per la scienza” - POR Abruzzo, macroprogetto innovazione, competitività governance, progetto regionale formazione tecnico-scientifica intervento IC4G - che ha la finalità di permettere a genitori e alunni di ampliare la conoscenza delle diverse opportunità offerte dai percorsi tecnico-scientifici, e di avvicinare un numero sempre crescente di studenti al mondo della scienza favorendo lo sviluppo della mentalità scientifica .

Capofila dell’iniziativa è l’Istituto Tecnico “G. Marconi” di Penne diretto dal Dirigente scolastico Claudio Romagnoli, cui si aggiungono l’Istituto Tecnico Commerciale “Alessandrini” e il Liceo Scientifico “D’Ascanio” di Montesilvano, il Liceo Scientifico vestino “Luca da Penne”, l’Istituto Omnicomprensivo “ Spaventa” di Città S. Angelo e l’Istituto Magistrale “G. Marconi di Pescara.


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28.5.07

Premio Lettura - Giornalisti in Erba

Gentili Professori,
dal 1° giugno 2007 parte il "Premio Lettura", rivolto agli studenti che hanno partecipato al nostro "Progetto lettura - Incontro con l'Autore" o semplicemente letto uno dei nostri libri. Ogni tre mesi verranno scelte le tre recensioni più belle e premiate con un libro della collana "I Dialoghi". Tutte le recensioni pervenute verranno comunque inserite sul sito www.direnzo.it
Per partecipare è sufficiente inviare la recensione (con il nome della scuola, la classe e il nome dello studente) all'indirizzo e-mail news@direnzo.it o per posta a Di Renzo Editore, "Premio Lettura", Viale Manzoni 59, 00186 Roma.


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20.5.07

Cavalli Sforza: stregato dalla genetica

Almanacco della Scienza, mercoledì 9 maggio, Scaffali

di R.B.
A fargli conquistare il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, consegnatogli qualche giorno fa Padova, è stato il volume “Perché la scienza?”, scritto a quattro mani con il figlio Francesco. Ma non è certo da meno anche un’altra recente opera di Luigi Luca Cavalli Sforza, “Il caso e la necessità”.Nel volumetto edito dalla romana Di Renzo Editore il noto genetista racconta, in tono colloquiale, l’inizio della sua carriera, la nascita della passione per la genetica delle popolazioni, ricorda gli studiosi che hanno scandito tappe cruciali nella sua vita professionale e sottolinea la necessità per chi, come lui, fa ricerca sulle origini dell’uomo di un approccio multidisciplinare. Dedica un intero capitolo al ruolo di primo piano della matematica nella genetica, spiega la teoria della deriva genetica, evidenzia le difficoltà ‘politiche’ del genetista e ipotizza il futuro genetico degli umani.Temi importanti e talora difficili sono affrontati con la semplicità che nasce da una grande competenza, ma soprattutto da un amore incondizionato per il proprio lavoro, una passione destinata col tempo a crescere. ‘Con l’avanzare degli anni sto riscoprendo nuovi piaceri, come quello di scrivere. Però il mio interesse centrale rimane ancora l’evoluzione umana e qualche volta mi stupisco di quanto insaziabile continui ad essere la molla che ha sempre mantenuto la mia ricerca, la curiosità’.

Il caso e la necessità - Di Renzo Editore

5.3.07

Eugenismo e Chiesa

Diario di Repubblica Venerdi 2 Marzo 2007, ha pubblicato un bellissimo articolo su un argomento che questi giorni sta mettendo di fronte nuovamente chiesa e scienza. L'Eugenismo e il Vaticano nonvanno tanto d'accordo, e quindi qualcuno cerca di mettere ordine su questo argomento. Luca e Francesco Cavalli Sforza, sono gli autori di questo interessante articolo che potete leggere cliccando qui.


Luca Cavalli Sforza ha pubblicato con Di Renzo Editore il libro Il caso e la necessità

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22.2.07

Etruschi cioè Turchi


Fonte:http://www.panorama.it


In base a studio, di prossima pubblicazone su The american journal of human genetics, è emerso un legame genetico che risale al post neolitico (2.500-5.000 anni fa) tra i Toscani moderni e alcune popolazione dell'Eurasia. Forse gli Etruschi partirono dalle coste dell'odierna Turchia per giungere su quelle toscane?


Aveva ragione Erodoto quando sosteneva che gli Etruschi provenivano dalla Lidia , una regione oggi identificabile con la parte occidentale della Turchia. E aveva torto Dionigi di Alicarnasso che invece sosteneva che la cultura etrusca avesse le sue radici in quella «villanoviana», fiorita in Italia circa nove secoli prima di Cristo.È quanto si deduce da uno studio, di prossima pubblicazone su The american journal of human genetics, coordinato da Antonio Torroni e Alessandro Achilli dell'Università di Pavia, e al quale hanno partecipato numerosi scienziati, tra cui il noto genetista delle popolazioni Luca Cavalli Sforza.


I ricercatori hanno analizzato il Dna mitocondriale di 322 persone non imparentate provenienti da tre località della Toscana: Murlo, in provincia di Siena; Volterra, antica città etrusca in provincia di Pisa; Valle del Casentino, in provincia di Arezzo. Poi lo hanno confrontato con il Dna mitocondriale di circa 15 mila individui provenienti da 55 popolazioni dell'Europa e del Medio Oriente. Dal confronto è stato possibile mettere in evidenza legami genetici tra queste popolazioni così lontane geograficamente.Il Dna dei mitocondri viene utilizzato in questo tipo di indagini perché si eredita solo dalla madre, e nel tempo accumula una serie di mutazioni genetiche. Dal loro numero si può stabilire il grado di parentela: due individui che differiscono per una sola mutazione hanno antenati comuni più vicini nel tempo di quelli che si differenziano per più mutazioni.


In base ai risultati così ottenuti è emerso un legame genetico molto recente, che risale al post neolitico (2.500-5.000 anni fa) tra i Toscani moderni e alcune popolazione dell'Eurasia. Forse gli Etruschi partirono dalle coste dell'odierna Turchia per giungere su quelle toscane? Sembra l'ipotesi più probabile, anche perché un'altra ricerca, sulla rivista Proceedings of the Royal Society: biological science, corrobora l'ipotesi.Lo studio è stato condotto da Paolo Ajmone-Marsan, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza con la partecipazione dello stesso gruppo di Pavia. A essere oggetto di indagini questa volta sono i bovini e non gli umani: le razze chianina e maremmana, tipiche della Toscana, avrebbero anch'esse una recente origine mediorientale.


«Questi due studi paralleli confermano che gli Etruschi arrivarono in Toscana via mare, circa nove secoli prima di Cristo, portando con sé le loro mandrie» dice Achilli. Si diffusero in un'ampia zona dell'Italia centrale e divennero una cultura abbastanza sofisticata tra il settimo e il quinto secolo a.C.A partire da 500 anni prima di Cristo cedettero il passo alla Repubblica Romana che si espandeva. Le terre di Etruria vennero assegnate ai veterani romani che sposarono donne locali, come ipotizzano i genetisti di Pavia. E così, se anche i romani ne cancellarono per sempre la lingua e la cultura, i loro geni sono giunti fino a noi.


Luca Cavalli Sforza ha pubblicato con Di Renzo Editore: Il caso e la necessità. Ragioni e limiti della diversità genetica

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14.11.06

Linguaggio muto. L’uomo e gli altri animali


Desmond Morris - Di Renzo Editore

IL LIBRO – Linguaggio muto è un testo ideale per chi desidera avere una visione generale delle opere di Desmond Morris, famoso zoologo e antropologo inglese, che ha stravolto la visione comune sul comportamento animale e umano. Si tratta di un lungo dialogo avuto con l'Autore sul percorso che lo ha condotto allo studio degli animali e nello stesso tempo a quello degli uomini, soffermandosi specialmente sui nostri gesti usuali, sull'atteggiamento che noi abbiamo nei confronti degli animali e con i nostri simili, sulle nostre espressioni artistiche, sulle tifoserie e sul modo di vestire.

DAL TESTO – "La giocosità dei cuccioli animali è resa possibile dalla presenza dei genitori, che li accudiscono, offrendo ai piccoli il tempo libero necessario per giocare. I nostri progressi tecnologici ci hanno offerto l'opportunità di crearci del tempo libero per noi stessi, pur essendo ormai adulti. Siamo riusciti a ridurre il tempo necessario a soddisfare i nostri bisogni per la sopravvivenza, limitandolo a una piccola parte della nostra routine quotidiana. Non abbiamo più bisogno di andare a caccia tutto il giorno, alla ricerca di cibo; la maggior parte di noi riesce ormai a trovare del tempo per se stesso e non facciamo come il gatto, che lo consuma dormendo. Un gatto dorme sedici ore al giorno, noi soltanto otto. Quando un gatto è felice, va a dormire. Noi no: ce ne andiamo in barca, in montagna o a ballare oppure ci teniamo occupati con una partita di calcio, un libro o una collezione di francobolli. Il cervello umano detesta l'inattività: poiché la nostra sopravvivenza dipende da uno stile di vita opportunistico, abbiamo questa necessità di mantenerci attivi tutto il tempo. Una volta soddisfatti i nostri bisogni primari, più tempo libero abbiamo, più possiamo essere creativi. Il gioco degli adulti non consiste nella costruzione di diversivi privi di senso, quanto piuttosto in creazioni artistiche e scientifiche che facciamo solo per il piacere di farle. A noi non occorre un quadro per sopravvivere, tanto meno una canzone, ma questa esigenza di goderci taluni aspetti del meraviglioso e complesso mondo del gioco adulto ci ha reso la grande specie che siamo oggi".

L’AUTORE – Desmond Morris (nato il 24 gennaio 1928) è principalmente noto per i suoi lavori come zoologo ed etologo. Si pose inizialmente all'attenzione del pubblico negli anni ‘60, come presentatore del programma televisivo Zoo Time della ITV. I suoi studi si concentrano sul comportamento animale e umano, spiegato da un punto di vista zoologico. Morris ha scritto diversi libri e prodotto numerosi programmi televisivi. Le sue considerazioni sull'essere umano da un punto di vista meramente zoologico hanno suscitato controversie. In aggiunta ai suoi conseguimenti scientifici, Morris è anche un artista appartenente alla tradizione surrealista. Egli ha contribuito significativamente al movimento surrealista britannico. La sua prima mostra personale risale al 1948, e da allora ne ha avute regolarmente altre. Nel 1957 curò una mostra di dipinti e disegni fatti da scimpanzé all'Istituto di Arte Contemporanea di Londra; tra questi ve ne erano alcuni di un giovane scimpanzé chiamato Congo. Pablo Picasso mostrò apprezzamento per Morris e la scimmia, mordendo un reporter che gli aveva espresso un'opinione per cui l'opera della scimmia non era arte. Si racconta che Picasso abbia acquistato un dipinto di Congo.

INDICE DELL’OPERA - Un'infanzia pericolosa - L'esercito e la sopravvivenza - L'incontro con l'etologia - Le gioie di Oxford - Dallo zoo alla televisione - Nel mondo degli scimpanzé - L'uomo: una scimmia nuda - Malta: una parentesi esotica - Analisi dei gesti - L'abito e il suo messaggio sociale - Il calcio e la "lotta nell'arena" - Gli studi sul ciclo della vita - Relazioni tra esseri umani e animali - L'arte antica - La superstizione - Il viaggio: un modo di guardare - Differenze di sesso e di ruoli - Il futuro

L'intervista è stata condotta da Sante Di Renzo



2.11.06

Francisco Ayala arriva in Italia


Francisco Ayala
sarà ospite in Italia nel mese di dicembre 2006 per tenere alcune conferenze:

11 dicembre"Selezione Naturale, Progetto e Novità", presso l’Università di Padova

12 dicembre: "Evolutionary Origin and World Expansion of Malaria" alle ore 10:00 in occasione del conferimento della Laurea ad Honorem in Medicina presso l’Università di Padova

13 dicembre"Evolutionary Origin and World Expansion of Malaria" alle ore 15:30 presso l’Accademia dei Lincei a Roma

14 dicembre: presso la Stazione Zoologica di Napoli.

Francisco Ayala ha pubblicato Le ragioni dell’evoluzione con Di Renzo Editore.



17.10.06

Dall’animale all’uomo. Le invarianti nell’evoluzione delle specie


Irenäus Eibl-Eibesfeldt, Dall’animale all’uomo, Di Renzo Editore

IL LIBRO - Irenäus Eibl-Eibesfeldt, allievo e collaboratore di Konrad Lorenz, è ormai uno dei maggiori studiosi del comportamento animale. Suo il merito di aver sviluppato lo studio sull'etologia umana, con particolare attenzione all'analisi del comportamento dei neonati e dei bambini.
Nel corso della sua carriera ha viaggiato in tutto il mondo, analizzando il comportamento umano alla luce delle conoscenze acquisite tramite lo studio animale. Grazie anche al suo intervento è stato possibile conservare quel paradiso incontaminato di flora e fauna che sono le isole Galàpagos, ancora al centro della sua attività scientifica.
Il racconto delle sue esperienze ci invita alla conoscenza di noi stessi e del mondo che ci circonda, che egli osserva con uno sguardo curioso e appassionato. Con la sua penetrante osservazione del volto umano della natura, Eibesfeldt restituisce vita e parola all'oggetto della ricerca scientifica.

DAL TESTO - "L'uomo è per natura un 'creatore di cultura': egli apprende la sua lingua, i suoi costumi e molte altre cose. Ma sicuramente non viene al mondo come una 'tabula rasa'. Soprattutto nell'ambito sociale è condizionato da adattamenti filogenetici in misura di gran lunga maggiore di quanto avessimo sospettato vent'anni fa. L'inclinazione alla consociazione in gruppi di persone tra loro note, la xenofobia (il timore dell'estraneo), l'aspirazione al rango, le emozioni che accompagnano sentimenti come l'amore e la gentilezza, per menzionare solo alcune caratteristiche, si basano su adattamenti filogenetici di programmi innati".

Intervista condotta da Sante Di Renzo



10.10.06

L’universo affascinante di David J. Gross

Di Renzo Editore

Il progresso della scienza è molto più complicato e incerto di quanto sia descritto nei libri, soprattutto per la fisica teorica, perché la storia è scritta dai vincitori che spesso ignorano i molti sentieri alternativi che i ricercatori hanno percorso, le molte tesi errate che hanno seguito e le idee sbagliate che hanno coltivato, più ardui da comprendere e più facili da dimenticare. Leggendo la storia, raramente si può avere un’idea corretta della vera natura dei progressi scientifici: David J. Gross ci racconta tutto questo nell’incredibile parabola che lo ha portato alla scoperta della libertà asintotica nella cromodinamica quantistica.

L'intervista è stata condotta da Sante Di Renzo



1.9.06

The future of science

Nei giorni 20-23 settembre 2006 si terrà a Venezia una conferenza mondiale dal titolo Evolution, distinta in tre parti:

- L'evoluzione dell'Universo

- L'evoluzione della Vita

- L'evoluzione del Pensiero

Vi parteciperanno numerosi personaggi di fama mondiale e tra questi alcuni hanno pubblicato libri con Di Renzo Editore:

- Edoardo Boncinelli - A caccia di geni

Margherita Hack - Una vita tra le stelle

Daniel Dennett - Dove nascono le idee

Irenaus Eibl-Eibesfeldt - Le invarianti nell'evoluzione delle specie



Quali sono le ragioni dell’evoluzione


Come è noto, un’azione è teleologica quando viene diretta consapevolmente a uno scopo,
telos, in greco, significa, è risaputo, scopo, fine. Evidentemente, soltanto gli uomini, e gli animali, forse, hanno scopi e scopi consapevoli. Sostenere che la Luna abbia quale scopo, magari inconsapevole, di ruotare intorno alla Terra, e la Terra di muoversi intorno al Sole, viene, oggi, considerato assurdità. In passato, di sicuro, non era così. Tutto ciò che esisteva veniva finalizzato da Dio, appositamente per lo scopo che esplicava. Se esisteva l’erba era perché doveva servire da nutrimento agli animali, la pioggia a sua volta incrementava l’erba, il Sole riscaldava gli uomini, evaporava l’acqua per renderla nuvole e pioggia… Potremmo continuare. Non vi era il “caso”, nel mondo ebraico-cristiano. Dio non soltanto creava ma predisponeva armonie assolute, generali, categoriche. Ogni esistente aveva ragion d’essere e svolgeva uno scopo essenziale nell’insieme e per l’insieme. Addirittura, Tommaso D’Acquino, nel suo sforzo di fondare razionalmente Dio, quindi per tutti gli uomini, giacché tutti gli uomini sono razionali, concepì l’argomento o via teleologica quale dimostrazione dell’esistenza di Dio. Se, diceva Tommaso, l’Universo opera secondo fini, e non può certo essere l’uomo a imprimere agli astri il fine dei loro movimenti, deve esistere un Ente che assegni tali scopi, ad esempio al Sole di roteare intorno alla Terra, a quell’epoca sussisteva tale concezione, poiché tale Ente non è l’uomo, dunque è Dio, pertanto Dio esiste.

All’avvento delle concezioni materialistico meccanicistiche, durante e dopo il Rinascimento, furono riprese le teorie dell’atomismo greco. Per queste teorie non esiste né un Creatore, né un Ordinatore, né un Finalizzatore, l’associazione, casuale o deterministica, degli atomi, “combina”, aggregandosi e disaggregandosi, i corpi, che finiscono con lo stabilire rapporti per le loro caratteristiche interne. Al dunque, non è che l’erba abbia lo scopo di essere mangiata dagli animali. Piuttosto: c’è l’erba, ci sono gli animali,gli animali gradiscono l’erba e la mangiano. È un incontro non prefigurato né imposto. Com’è risaputo, la cultura filosofica e scientifica ha fondato la modernità quando sono state abolite le “cause” e la “causa”, e al “perché” è subentrato il ”come”. Si può ben capire che altro è chiedersi il “perché” la Terra giri intorno al Sole, altro esporre “come” la Terra gira intorno al Sole. Ma l’uomo non si soddisfa del “come”. E uno scienziato, decisivo per il nostro tempo, si sforzò di connettere al “come” il “perché”. Non basta cogliere che taluni animali mangiano l’erba, senza ipotizzare un disegno provvidenziale che faccia nascere l’erba per essere mangiata da certi animali, bisogna anche indagare sul “perché” la mangiano, anche non rifacendosi a Dio o a impulsi sopra naturali. Vi è un “perché” in natura, interno a chi esiste, un motivo che induce certi animali a mangiare foglie, altri radici o frutti? Esiste, sostenne tale scienziato, con ciò ridando alla Natura una direzione, uno scopo, anche se del tutto naturale. Bisogna riconoscerlo, Charles Darwin, a lui ci riferiamo, scrisse una nuova Bibbia. La “selezione naturale del più adatto” divenne, da quando Charles Darwin la concepì, ne “L’origine della specie”, I859, una interpretazione del come e del perché i viventi mutano e si evolvono o periscono.Darwin, secondo l’opinione del biologo e filosofo spagnolo Francisco J. Ayala, docente all’Università della California, espressa nel volume: ”Le ragioni dell’evoluzione”, Di Renzo Editore, cercò, appunto, di scoprire se i viventi si comportavano secondo scopi. Non lo scopo cosciente di chi prende un fucile per colpire bensì scopi intrinseci che i viventi attuano anche o soprattutto involontariamente. Per Ayala, Darwin scoprì che i viventi accumulano per un processo di adattamento selettivo caratteristiche opportune che li fanno resistere e sostentare nel loro ambiente o in ambienti cambiati. La Natura opererebbe con tali scopi.
Poiché la questione è di importanza assoluta, e complessa, seguiamo alla lettera quanto scrive Ayala. Riprendendo una famosissima considerazione di Charles Darwin, sulla più favorevole possibilità di sopravvivenza degli individui che nascono con variazioni favorevoli e sulla eliminazioni naturale di chi ha variazioni nocive, ciò che Darwin definiva “selezione naturale”, Ayala cerca di esplicare le modalità delle formazione dei caratteri vantaggiosi. Innanzi tutto: non vi è una direzione obbligata, piuttosto una miriade di tentativi di variazioni genetiche. Quelle che consentono opportunità vantaggiose permangono e favoriscono la sopravvivenza di chi le ha, dicevo, mentre chi non ha le caratteristiche vantaggiose rispetto all’ambiente, perisce. Ma il processo è impervio, tentacolare, articolato di possibilità. Nasce un tratto vantaggioso, l’ambiente muta, e quel tratto diventa inutile o dannoso. Inoltre: prima che si stabilizzi una mutazione radicale, poniamo il completamento delle ali, vi è un andamento discontinuo,strade sbagliate, arresti. Ma, ed ecco una tesi, nota, ma rilevantissima, se vi è un inizio di trasformazione vantaggiosa, poi, le trasformazioni successive favorevoli sviluppano quella iniziale, sebbene in forme accidentate. Al dunque, un’escrescenza che poi diventerà un’ala, prima di diventare ala proverà molteplici sviluppi falliti, finché,come ala, avrà uno sviluppo di successo. Allora, quell’escrescenza era finalizzata a diventare ala? La Natura agisce teleologicamente? Paradosso dei paradossi: la teoria evoluzionistica di Darwin è quanto di più compatibile esiste con la visione ebraico-cristiana? Per Ayala è così. Infatti, argomenta, la tesi evoluzionistica non è una teoria casualistica. Vi è, nella Natura, un orientamento all’adattamento. Ma, dice Ayala, questa tendenza evolutiva “è talmente piena di disfunzioni, sprechi, e crudeltà, che sarebbe sacrilego attribuirla a un essere dotato di intelligenza superiore, saggezza e benevolenza”. Insomma, l’evoluzione al modo di Darwin non è casualistica perché ha come scopo la sopravvivenza del più adatto, ma le modalità con cui si crea il mutamento adattivo è dovuto a infiniti esperimenti, sia pure in grado di sviluppare ciò che favorisce l’adattamento. Come dicevo, se spunta un’escrescenza da cui può venir fuori un’ala, le trasformazioni che formano l’ala restano, le altre spariscono. Dunque l’escrescenza era finalizzata a diventare ala… quando lo diviene!
E la religione, Dio? Oggi in molti paesi vi è una guerra culturale tra il darwinismo e le concezioni creazionistiche. È notizia di questi giorni che il “Board of education” del Kansas, negli Stati Uniti, ha organizzato un confronto tra negatori e assertori delle tesi di Darwin. A stare ad Ayala, che si occupa specificamente del rapporto tra teleologia e teologia, le modalità con cui opera la Natura biologica non suppone un Ente Superiore, basta il principio della selezione naturale, ma non vi è contraddizione nel concepire un Dio Creatore e un’evoluzione secondo la teoria evolutiva. In ogni caso l’uomo sarebbe nato da Dio, essendo Dio Creatore di tutto! L’evoluzione, infatti, non invade l’origine di ciò che esiste, si occupa di ciò che già esiste. Inoltre, che senso avrebbe, sostiene Ayala, lo accennavo, tutto quel processo per tentativi prima e dopo l’avvento delle scimmie antropomorfe? Perché Dio avrebbe agito per tentativi? Dio, se mai, va posto all’origine della Natura, e l’evoluzionismo, ripeto, non si occupa della origine della Natura, ma delle sue trasformazioni. In sostanza Dio Creatore, bene insistere, non viene intaccato dall’evoluzionismo, per chi ha fede. Del resto, citando Giovanni Paolo II, l’evoluzione, conclude Ayala, non contraddice “gli insegnamenti della Bibbia e della Chiesa”. Sembra di tornare al XVI/XVII secolo. Bisogna riconoscere che la Chiesa Cattolica è la più disponibile a evitare un’assurda guerra tra scienza e fede. La religione non deve entrare dove la scienza può dimostrativamente provare gli asserti, in tal caso stabilirebbe integralismo, ossia un’invasione integrale in ogni campo del reale, che dovrebbe dipendere dalla fede religiosa, ritorneremmo al Sole che gira intorno alla Terra; ma la scienza non deve farsi scientismo,volendo sottomettere l’intero reale a sé e ai suoi metodi. Esistono immense zone d’ombra e la stessa esistenza del reale è racchiusa in un mistero nel quale la fede può esperirsi. Contestare la fede all’interno del mistero dell’esistenza è una presunzione scientista intollerabile. Detto questo, e opinioni “conciliatrici” di Ayala, sono più che altro un’occasione di discussione non faziosa. Accettata, infatti, l’evoluzione la differenza tra “homo sapiens sapiens” e primate in che consiste, in trasformazioni biologiche funzionali o nella presenza dell’anima immortale personale? A quanto pare le due tesi sarebbero “conciliabili”, e oltretutto rispetterebbero l’autonomia della scienza e della fede. Oltretutto, anche lo scienziato più scientista deve riconoscere di essere totalmente all’oscuro dell’origine dell’esistenza. Inoltre, il più sistematico degli evoluzionisti, Herbert Spencer, lasciava aperta con la teoria dell’inconoscibile la possibilità che vi siano forme non scientifiche di adesione al reale. E di ciò stiamo discutendo.



31.3.06

L’evoluzione dopo Darwin

Salvatore Arcidiacono, Di Renzo Editore

L’evoluzione è un dato di fatto ormai accettato dalla quasi totalità dei biologi e dopo la scoperta del Big Bang è stata collegata ad un quadro evolutivo anche cosmologico. Tra le diverse teorie proposte per spiegare il meccanismo dell’evoluzione, la teoria sintetica, strettamente legata alla concezione di Darwin, appare come quella ufficiale. Una concezione vecchia più di un secolo che suscita l’esigenza di un nuovo paradigma.




Vocazione e ricerca






Antonio Garcia Bellido

Di Renzo Editore

La biologia è la disciplina che più di tutte, tra quelle nel campo delle scienze della vita, è letteralmente esplosa. Infatti lo sviluppo degli organismi delle varie specie costituisce evidentemente un problema formidabile, tutt’altro che risolto ancora oggi.
Negli ultimi trent’anni l’approccio genetico è stato fondamentale e in una prima fase l’ha fatta addirittura da padrone. Grazie all’identificazione delle specie biologiche più adatte per questo tipo di analisi e dei geni e dei mutanti più indicati, si è riusciti ad apprendere tantissimo sulla regolazione genetica dei processi dello sviluppo. È nata così, e si è sviluppata enormemente, la genetica dello sviluppo.
Tra i protagonisti di questi studi figura Antonio García-Bellido, che utilizzando esclusivamente lo strumento della genetica, è arrivato in pochi anni ad una serie di conclusioni che sono poi restate paradigmatiche dei processi dello sviluppo e che negli anni successivi non hanno trovato altro che conferme.
In questo libro Bellido parla poco di questi suoi successi, ma è fuor di dubbio che si tratta di pietre miliari della ricerca biologica di sempre. Ciò non va dimenticato mentre si leggono le diverse annotazioni che il nostro autore fa sul mestiere di scienziato.

L'intervista è stata condotta da Sante Di Renzo


30.3.06

La vita, la malattia e la storia






Mirko Drazen Grmek, Di Renzo Editore


Mirko Drazen Grmek, professore di storia delle scienze biologiche e mediche a Parigi scomparso nel 2000, ha concepito l’uomo e la società come enti composti di elementi corporei e psichici, interagenti in una complessa vicenda di particelle che nascono, vivono, crescono, muoiono. La storia della medicina, dai tempi degli egizi e dei greci alla sorprendente tecnologia dei nostri tempi, è una lotta per alleviare il peso della malattia e per procrastinare la morte, non già per eliminarle; senza queste, infatti, non esisterebbe la vita. La salute fisica e mentale dell’uomo - ci suggerisce l’Autore - passa anche attraverso l’accettazione di tale semplice e profonda certezza.

L'intervista è stata condotta da Sante Di Renzo



A caccia di geni


Edoardo Boncinelli, A caccia di geni, Di Renzo Editore

Il vero scienziato, afferma Boncinelli, ha il dovere di rendere comprensibili a tutte le persone gli obiettivi della propria ricerca e i risultati conseguiti. “Se una scoperta scientifica non può essere raccontata in modo comprensibile non è una scoperta scientifica”.
Il libro A caccia di geni è scritto in un linguaggio semplice che mira ad evitare, per quanto possibile, termini tecnici e sottigliezze specialistiche senza perdere in rigore e precisione.
L’Autore traccia un quadro essenziale della sua carriera scientifica, che si intreccia a più riprese con le scoperte e con le innovazioni che hanno caratterizzato l’incredibile avventura della biologia molecolare degli ultimi anni.
Si parte da un’epoca pionieristica nella quale non era ancora possibile isolare i vari elementi del nostro patrimonio genetico e sembrava un sogno poter studiare dal punto di vista molecolare lo sviluppo embrionale di un mammifero e si giunge, attraverso alterne vicende, alla decifrazione del programma generativo che trasforma un uovo fecondato in un essere umano. In questa chiave si dà particolare risalto alle recenti scoperte sulla genesi e sulla strutturazione della corteccia cerebrale, l’organo che più di ogni altro ci caratterizza come esseri umani. Questo libro racconta in sostanza la realizzazione di un sogno: quello di studiare l’animale uomo nella sua essenza più profonda.

L'intervista è stata condotta da Sante Di Renzo


Le ragioni dell’evoluzione














Francisco J. Ayala

Di Renzo Editore

L’idea dell’evoluzione biologica è una delle maggiori conquiste della scienza e dell’intero cammino culturale dell’uomo. Francisco J. Ayala ha il merito di esporre i concetti fondamentali e le implicazioni della teoria dell’evoluzione biologica in maniera chiara ed equilibrata, offrendo anche esempi concreti di evoluzione in atto, applicata ad esempio all’epidemiologia e alla medicina in generale. È uno dei pochi scienziati che sa parlare dell’evoluzione biologica in maniera persuasiva, senza eccedere in tecnicismi, senza indulgere in sofismi di parte e senza inutili rigidità.

L'intervista è stata condotta da Sante Di Renzo


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